Nell’articolo precedente, COME SCEGLIERE LA GIUSTA LINEA TIPO C, avevo elencato 3 fattori indicativi di qualità che potevano essere utili nella scelta della giusta linea Tipo C.

In questo articolo vorrei invece mettere in guardia su almeno 3 degli indicatori che ci possono far capire se il produttore è stato attento nel fare i test.

Fattore n. 1: sul manuale non vi sono particolari indicazioni sui valori esercitati dalla linea sul palo d’angolo, quando la prevede.

Guardiamo lo schema riportato in fig. 1, schema semplificato delle reazioni sul palo d’angolo di una linea Tipo C sottoposta alle prove come da Norma UNI 11578:2015

Schermata 2017-04-18 alle 23.51.40
fig. 1 – schema semplificato delle reazioni di un sistema Tipo C con curva

Poniamo il caso che, fatto il primo lancio da 200 daN (vettore P) in un sistema ammortizzato, la forza che arriva sui pali di estremità sia di circa 800 daN (R4 e R2), ammesso e non concesso che una puleggia sul palo d’angolo consenta un efficace scorrimento della cavo… ma di solito non è così, sorvoliamo…

La forza F risultante dalle reazioni vincolari  R1 e R3 è ben superiore alle forze di estremità R2 e R4: praticamente il doppio.

Quindi, in un sistema con cavo che effettua una curva, i valori ammissibili del sistema indicati dal produttore dovrebbero essere circa il doppio.

E quindi se il produttore, nei suoi valori dichiarati, non fa distinzione tra palo d’angolo e palo di estremità forse ha omesso qualcosa… o si è sbagliato.

Fattore n. 2: Un produttore di sistemi ad ancoraggio diretto su lamiera (piastre da lamiera), mediante rivetti e/o innesti e/o viti “a cucire”, non da alcuna indicazione su come ancorare la copertura metallica alla sottostruttura o come dimensionare la sottostruttura.

Questo perché, per poter dare queste indicazioni, il produttore  dovrebbe quantomeno effettuare una prova di laboratorio per ogni tipo di lamiera (acciaio, alluminio, sandwich acciaio, sandwich alluminio, ecc ecc) con più configurazioni di sottostruttura per esempio su listelli e/o omega ad interassi e spessori diversi con tipi di fissaggio diversi)

Questo modo di effettuare le prove comporta quasi la “decuplicazione” dei costi di certificazione che non tutti i produttori possono o vogliono accollarsi…

Purtroppo siamo in Italia e la Norma UNI 11578:2015 dice soltanto che la prova va effettuata su tutti glie elementi che compongono il dispositivo fino al supporto, per ogni tipo di supporto (che è la lamiera di copertura).

Non dice che il produttore deve dichiarare come ancorare il supporto, cioè la lamiera di copertura, che spesso viene testata ancorata a “tampone” con una moltitudine di viti su un lastrone di acciaio da 3 o più mm in modo che non influenzi i dispositivi.

Ma è così che poi verrà montata sul tetto una lamiera di copertura? Se si, che costi!

E se il produttore l’ha provata così, chi mi assicura che se sul tetto eseguo un’installazione di una lamiera su listelli (o omega) a interasse, per esempio, di 1,2 mt, con una vite su una greca si e una no, questa lamiera rimarrà attaccata alla sottostruttura in caso di caduta?

Nessuno: il produttore confida nel fatto che un installatore che firma  la corretta posa o un ingegnere che firma l’ETC, si prendono la responsabilità mentre lui è responsabile solo fino ai rivetti sulla lamiera.

Caro installatore e caro ingegnere, ne vale la pena? O forse è bene cercare quel produttore che le  indicazioni te le mette per scritto?

Fattore n.3: il produttore di sistemi su lamiera, per le coperture a basso spessore, consiglia di raddoppiare la lamiera.

Questa è facile: come abbiamo detto al punto 2, se la vera discriminante non sono i rivetti ma la tenuta della lamiera sulla sottostruttura, a cosa serve un “fazzoletto di lamiera aggiuntivo tra la copertura metallica e la piastra del dispositivo anticaduta? A niente, solo ad accorciare la vita della copertura (vedasi corrosione anaerobica).

Quindi che prove ha fatto?

E alla fine chi se la prende la responsabilità?

Pretendere sempre delle risposte, scritte, meglio se sul manuale… sono in gioco delle vite umane.