Partiamo dall’ABC e poi studiamo qualche “case history”, come scrivono quelli bravi.
Innanzitutto bisogna dire che le scale fisse, con inclinazione maggiore di 75°(con minore inclinazione si usano generalmente i gradini), sono di 2 grandi famiglie:
- scala a pioli con due montanti verticali;
- scala con un montante verticale e pioli a sbalzo;
Esse, quando sbarcano oltre una certa quota, possono (anzi devono) essere protetti da un sistema anticaduta che generalmente è uno di questi 3:
- gabbia di sicurezza;
- dispositivo anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida cioè la rotaia con carrello anticaduta a norma EN 353-1 o EN 363;
- dispositivo anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio flessibile cioè il cavo in acciaio, con o senza ammortizzatore, del tipo contemplato nella EN 353-2 o nella EN 363
In questa prima parte dell’articolo, parliamo di scale fisse con gabbia di protezione (e generalmente 2 montanti laterali) che poi sono quelle più comunemente usate in quanto non necessitano che l’operatore disponga di appositi DPI quali imbracatura e anticaduta guidato.
Innanzitutto diciamo che la quota, oltre la quale è obbligatorio dotare la scala di un sistema anticaduta, è di 5 m rispetto un piano stabile… e comunque se la rampa è superiore ai 3 m.
QUINDI > 5 m
Tale quota va calcolata anche tenendo conto se, rispetto al piano di partenza, sussiste il rischio di una caduta aggiuntiva: questa generalmente viene calcolata se “il rischio caduta” è ad una distanza inferiore ai 3 m rispetto la base di partenza della scala.

Se la scala supera i 6 m (parliamo sempre di quota di sbarco), questa va dotata di un pianerottolo di riposo con funzione d’interruzione della rampa. In genere, se la scala è composta da una rampa unica, la quota di 6 m va in deroga fino a 10 m.
Oltre i 10 m, torniamo a mettere un pianerottolo di riposo ogni 6 m (massimo 6 m, ma posso fare per esempio anche 5,5 + 4,6).
Unica eccezione in Italia, la Regione Veneto che ha diminuito le quote d’interruzione a 4 m oppure in deroga fino a 8 m se rampa unica. (vedi ALLEGATO B Gr n. 97 del 31.01.2012 )
Da tempo i produttori stanno utilizzando un sistema alternativo di riposo intermedio ovvero una botola interna ad un’unica rampa. Tale sistema è da consigliare, a mio giudizio, solo in caso in cui non sia possibile ancorare a parete una piattaforma di riposo. Essa è infatti molto poco pratica da utilizzare, soprattuto in fase di discesa… però confesso che in cantieri passati mi ha risolto grandi rogne come quella volta a Marghera…
I MATERIALI:
Quando giro per fabbriche e capannoni, di almeno 20 anni fa, le scale con gabbia, laddove presenti, sono tutte in acciaio zincato o ferro verniciato, normalmente prodotte con metodo artigianale e dimensionamento a “cappero” ovvero a gusto del fabbro.
Oggi il materiale più usato è l’alluminio, per il prezzo ma soprattutto per il peso;
C’è comunque chi produce in inox, in alluminio anodizzato e in… vetroresina (da vedere)

Detto questo, in genere si possono trovare scale con 3 tipologie costruttive riconoscibili dall’accoppiamento montante/piolo:
- scala con montante tranciato/piolo avvitato
- scala prodotta con sistema semi-automatizzato, con montante forato/piolo ribattuto
Molto rare le scale con montante centrale protette solo con gabbia di protezione.
Nel primo caso, la scala ha un aspetto molto più solido e con un migliore grado estetico. Il piolo è avvitato e quindi, in teoria, registrabile o restringibile.
Questo tipo di lavorazione è solitamente più lungo e incide sui tempi di consegna.
Il prezzo di questo tipo di scala, anche se un po’ più alto, quando si passa da una scala standard a una su disegni, la differenza di prezzo tra le due versioni è sempre abbastanza contenuta.
Nel secondo caso, il piolo ribattuto ricorda un po’ il principio del rivetto. Il montante è tutto traforato dall’esterno, fori del diametro o della sezione del gradino.
Questo tipo di scala solitamente è costruito utilizzando processi produttivi in serie e/o automatizzati.
A mio giudizio, l’aspetto è molto meno solido e più “leggero”; Di fatto, non può essere mantenibile.
Il vantaggio evidente è generalmente il prezzo più basso e i tempi di consegna più rapidi MA SOLO SE LE MISURE SONO STANDARD.
Per quanto riguarda la gabbia di protezione, c’è da fare una piccola nota introduttiva:
Nel 2006 la Commissione Europea si è interessata alla sicurezza di questa scala classificandola come un dispositivo non propriamente anticaduta in riferimento alla norma EN ISO 14122-4:2004, (nota n. 5 della “Decisione della Commissione del 27 ottobre 2006”):
“Specificamente, la soluzione tecnica descritta nella norma EN ISO 14122-4:2004 —dispositivo per arrestare la caduta (parla della gabbia) — non impedisce una caduta da una scala fissa. Essa limita solo le conseguenze di una caduta e richiede l’azione intenzionale dell’operatore per attivare il dispositivo di protezione individuale (DPI) ”… ma la gabbia non è , in Italia, fuori norma!!!
In Italia, si fa riferimento all’art. 113 del Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro, il D.lgs. 81/08, il quale dispone che le scale verticali fissate a parete, come le scale con gabbia e tutte le scale con angolo d’inclinazione superiore ai 75°, debbano essere provviste di una solida gabbia metallica con aperture tali da impedire la caduta accidentale di una persona (verso l’esterno). La gabbia deve avere un diametro massimo di 60 cm (distanza massima dai pioli) e deve partire dai 2,5 metri da terra; La scala deve essere posta ad almeno 15 cm dalla parete di supporto;
Ove la gabbia costituisca un intralcio, si devono attuare al posto della gabbia, altre misure per impedire la caduta accidentale dell’operatore per un tratto superiore ad 1 m.
L’altra norma a cui fare riferimento è la normativa macchine UNI 14122-4, che definisce nel dettaglio il dimensionamento dei tutti componenti, identificando dei minimi e dei massimi.
Di recente è stata aggiornata:
La versione 2016 della norma stabilisce anche come eseguire le prove di robustezza su ogni singolo elemento della scala (come applicare i pesi di prova ai vari elementi della struttura) e quali devono essere le sue caratteristiche geometriche.
Tra le novità introdotte:
- non è più possibile realizzare dei pioli di forma circolare;
- introduzione dei requisiti sulle botole di accesso per impedire la salita a personale non autorizzato, non formato o non munito dei dispositivi anticaduta;
- possibilità di usare le strutture che circondano la macchina (muri, o parti di altre macchine) come gabbia di sicurezza;
- obbligo dell’uso di recinzioni o protezioni anticaduta anche se è previsto l’uso dell’imbragatura sulla scala.
Anche qui, sul mercato si trovano, per sommi capi, 2 tipi di gabbia:
- Gabbia monolitica già assemblata e saldata ai montanti; questa è la soluzione classica di una scala artigianale ma sul mercato ci sono anche produttori industriali che hanno scelto questo tipo di gabbia.
Il vantaggio evidente è la velocità d’installazione in cantiere ma anche l’aspetto solido della gabbia.
Di contro, occupa molto più spazio sui mezzi dei corrieri aumentando sensibilmente i costi di trasporto. Questo sovrapposto generalmente è compensato dal minor costo della mano d’opera in cantiere.
- Gabbia in piattine da assemblare on-site: come tutti i componenti da assemblare in cantiere, bisogna stare attenti a come si assemblano perché, oltre a spendere del tempo (tempo=denaro), si rischia di non fare un lavoro eccellente e poi bisogna RIMETTERCI LE MANI
Per concludere, qualunque sia il tipo di montante che scegliete o il tipo di gabbia che preferite, quando salite sulla scala con gabbia, usate bene la presa SUI PIOLI con entrambe le mani.
CASE HISTORY 1:
Nel 2015 sono stato chiamato ad intervenire su un grosso complesso condominiale chiamato Solaria a Mazzin, Trento.
Si tratta di un grosso complesso condominiale con una conformazione a “gradoni”, molto movimentato.

Per farla breve, abbiamo dovuto fornire 42 scale, tutte diverse l’una dalle altre, da quella alta 1,2 m, senza gabbia, fino alla scala di 9 m con doppio sbarco di cui uno intermedio, laterale e su falda in alta pendenza. Oltre a queste, 120 mt di parapetto in tratti da 3/5 m, con cancelletti a chiusura a molla.
Abbiamo fatto il rilievo di tutte le misure in maggio: 1 giornata, 2 persone, tutto il giorno sotto la pioggia: 35 pagine di libretto di campagna con le pagine sbavate d’inchiostro per colpa della pioggia, 1 spalla lussata per passare la scala portatile da un gradone all’altro, raffreddore per la settimana successiva.
Questo cantiere ci è stato assegnato grazie al fatto che le nostre scale sono prodotte su misura, senza sfridi o sprechi e quindi con un reale vantaggio economico soprattutto nei tempi e costi d’installazione: ogni scala è stata “targhettata” con suo numero e la sua posizione, l’installazione di 42 scale è durata solo 3 giorni. L’impianto, così come progettato, non obbliga i futuri manutentori ad avere DPI e/o carrellini specifici per rotaie anticaduta.
Nota: a proposito di rilievo, i dati fondamentali per la produzione di una scala con gabbia sono:
- altezza dal piano di partenza al piano di sbarco (dove appoggio il piede dopo l’ultimo gradino);
- presenza di una parete o struttura verticale in grado di sostenere il peso della scala e/o della piattaforma di riposo laddove necessaria;
- sporgenza di un’eventuale gronda dell’edificio
- condizione geometriche del piano di sbarco (presenza di gronda, veletta, scalini, falda in pendenza o quant’altro;
- presenza di ostacoli sporgenti o rientranti in prossimità dell’asse della scala
- presenza di porte o finestre lungo il percorso della scala;
- sufficiente spazio per il passaggio della gabbia (circa 75/80 che minimo dalla sporgenza del piano di sbarco);
- sufficiente spazio per l’ancoraggio della staffe dei montanti (minimo 40/60 cm o ci sarà bisogno di staffe di fissaggio fatte su misura);
- sufficiente spazio per il brandeggio dei tronconi della scala, in modo da produrla in pezzi più o meno lunghi in base allo spazio che ho (per esempio se la devo montare all’interno di un’edifici con porta di altezza ridotta);
- varie ed eventuali come botola di accesso chiedibile, cancelletto allo sbarco, partenza a sfilo, ecc ecc.
Per fare ciò basta utilizzare un comodo modello di rilievo che potete scaricare qua:
modulo rilievo scale securology
CASE HISTORY 2:
Nel 2016, in provincia di Torino, ci sono state commissionate 8 scale da 8 m circa, in acciaio inox, per accedere ad una cisterna per la raccolta dell’acqua d’irrigazione, in caso di manutenzione delle pompe a immersione. Si parla dell’irrigazione del “giardino” della villa di un noto industriale della zona: la cisterna, interrata, misura 400 mq in pianta, divisa in 8 camere, ognuna profonda 8 m.
Il problema che ci hanno chiesto di risolvere è stato quello di poter di sfilare gli ultimi 1,10 m di montanti, quelli che aiutano l’operatore nello sbarco quando risale, perché le botole dei chiusini dovevano poter essere richiuse a scomparsa. Allo stesso tempo però, quando le botole erano aperte per la manutenzione, doveva essere inibita la caduta accidentale in quanto nel “giardino” scorrazzano spesso i figli del proprietario…
In tale occasione, abbiamo sviluppato degli speciali mancorrenti, installabili all’occorrenza grazie ad un sistema a baionetta.
Per prevenire la caduta accidentale, abbiamo installato una botola di chiusura rovescia, dimensionata per sostenere il peso di una persona che accidentalmente metta il piede in fallo. Tale botola NON PUO’ rimanere aperta da sola, si richiude per gravità, nel caso in cui, chi entra nella cisterna se la dovesse scordare aperta.
Per motivi di riservatezza, di questa installazione non posso pubblicare le foto.