Analisi dei rischi: il 90 % del lavoro da fare che nel 90% dei casi non viene fatto

Riportiamo parte del testo:

Valutazione del rischio o analisi dei rischi

4.1 Generalità

[…]

Compito della valutazione dei rischi è quello di evidenziare in ogni istante dell’attività lavorativa se è presente un rischio grave, capace cioè di procurare morte o lesioni gravi e di carattere permanente[…]. Ciò significa che si deve valutare l’esposizione al rischio del lavoratore.

dopo 3 noiosissimi articoli sulle definizioni dei termini comuni in materia di “linee vita”, arriviamo in concreto al primo fondamentale passaggio per la progettazione di una linea vita.

Distinguiamo “quello che dovrebbe essere” da quello che, ahimè, “solitamente succede”.

Come dovrebbe essere:

Il Sig. Mario Rossi è il proprietario del tetto.

Mario Rossi chiama il geom. Valerio Bianchi, abilitato alla sicurezza, e gli chiede di progettare un sistema di ancoraggi per la protezione di cadute dall’alto per il suo tetto perché, sai com’è, il proprietario è il primo responsabile se qualcuno si fa male.

Valerio Bianchi, aiutato dall’Ing. Filiberto Verdi che eseguirà per Valerio le verifiche strutturali del caso, elaborerà un progetto partendo proprio dalla “valutazione dei rischi” e prevedendo adeguate contromisure… poi vedremo come.

Cosa succede nella realtà:

Il geom. Gilberto Marroni, tecnico di fiducia di Mario Rossi, per il quale segue la ristrutturazione della casa, fa notare a Mario che la Regione prescrive la linea vita o no si può dare la chiusura lavori.

Mario dice: “Eccheccazzo, pure questa?!”… poi se ne fa una ragione e chiede a Gilberto di occuparsene. Gilberto invece chiama Mastro Giuseppe, titolare dell’impresa edile che esegue i lavori, e gli chiede di pensare lui alla linea vita… poi aggiunge: “ma la voglio certificata con tutti i documenti che “servono” per presentare la pratica in comune (?).

Mastro Giuseppe accenna ad un si, poi chiama Emanuele e gli chiede: “devo fare una linea vita, mi fai un preventivo con tanto di progetto?”… e poi: “Ci puoi pensare tu alla documentazione necessaria?”.

Emanuele (nome puramente casuale) è un rappresentante di linee vita.

Dall’ufficio tecnico, dietro presentazione di “validissima” planimetria di Google Maps, arriva una bozza di progetto che tiene conto solo della sagoma del tetto e un elenco di articoli con relativo prezzo…

Ma andiamo avanti con “cosa si dovrebbe fare”:

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Figura 7 – Schema metodologico generale per la valutazione di ogni singolo rischio specifico

(*) Prima dell’utilizzo del sistema di ancoraggio, deve essere previsto un idoneo e specifico piano operativo di sicurezza come indicato al punto 4.4.

Nota 1: Lo schema metodologico è valido per la valutazione di un solo rischio specifico.

Nota 2: La fase di “Identificazione del pericolo e analisi del rischio” include le tecniche di valutazione del pericolo e analisi del rischio che godono della caratteristica di affidabilità dei risultati.

Nota 3: Le fasi “Individuazione ed adozione delle misure organizzative e/o tecniche” e “Individuazione ed adozione dei dispositivi di protezione collettiva” possono essere eseguite sia in parallelo che in serie e con interscambio di informazioni.

Lo schema riportato in Figura 7 andrebbe seguito per ogni singolo punto critico della copertura a partire dal percorso di accesso. La domanda iniziale del diagramma, “presenza di rischio?”, dovrebbe diventare:

  1. Ci sono pericoli durante il percorso per accedere alla copertura?
  2. Ci sono pericoli durante l’accesso alla copertura?
  3. Per ogni lato della copertura, c’è pericolo di caduta?
  4. Per ogni lucernario, c’è pericolo di sfondamento e caduta?
  5. Per ogni comignolo, c’è pericolo di impiglio o inciampo?
  6. Per ogni tubatura e/o impianto, c’è pericolo di inciampo o di qualsiasi altro tipo di intralcio?
  7. Per ogni gradino o cambio pendenza, c’è pericolo di scivolamento?
  8. In caso di caduta in trattenuta, c’è pericolo di incontro di ostacoli?
  9. In caso di caduta limitata, c’è pericolo per gli altri operatori in copertura, d’intercettazione di cavi, frustate, ecc.?
  10. Quando mi sposto da un punto all’altro, c’è pericolo di scordarsi di usare il cordino? Non ci si crede ma è uno dei casi più ricorrenti…

Nella realtà, confidando solo ed esclusivamente del supporto dell’ufficio tecnico del produttore, molte di queste domande vengono bypassate e avviene questo:

  1. il punto di accesso si trova dov’è stata scritta la lettera A; se ci sono rischi per raggiungere A, non viene mai considerato.
  2. il progetto è sempre (o quasi) pensato con la copertura “vuota per piena” (nessuno comignolo, nessun lucernario sfondabile o meno, nessuna conversa o scalino, nessun bocchettone di sfiato o antenna ma soprattutto, nessuna o quasi, considerazione dello stato della sottostruttura (materiale base)
  3. La distanza tra i vari ancoraggi viene determinata con il compasso, come se fosse in piano anche se la copertura ha il 35% di pendenza e, tra un punto e l’altro, c’è un compressore per aria condizionata.
  4. alla fine di ogni offerta scritta c’è sempre la dicitura: “progetto sommario, verifica delle idoneità della struttura e dei fissaggi a carico di un tecnico incaricato” ma non le legge mai nessuno.

Vediamo degli esempi che “pixellerò” perché non vorrei che il produttore si riconoscesse pensasse che si stia parlando male del prodotto.

Qui parliamo SOLO ED ESCLUSIVAMENTE della procedura scriteriata che qualcuno ha adottato.

Mi chiama il nuovo amministratore di un deposito logistico, tramite un mio cliente carpentiere, perché ha dei dubbi sull’efficacia della linea vita che ha sul tetto e vorrebbe una verifica con eventuale integrazione di ancoraggi.

 

analisi dei rischi in una planimetria
1. Planimetria del tetto con impianto fotovoltaico e disposizione delle linee vita

E’ un tetto travi a Y dove sono state previste le linee vita lungo le travi:

La buona pratica vorrebbe che questa planimetria venisse discussa e approvata dal coordinatore alla sicurezza dell’azienda…. macché, il Mastro Giuseppe è abbastanza coordinatore e fa da solo…

  1. dove’è il punto di accesso?
  2. come passo da una linea all’altra?
  3. quindi, tra una trave e l’altra (sulle coppelle), ci posso camminare?
  4. quanto è alto l’edificio? Ho un sufficiente tirante d’aria?
  5. i rettangoli azzurri son moduli FV mentre i rettangoli retinati sono evacuatori fumo e calore: sono protetti dalla caduta in fase di manutenzione?

Faccio il sopralluogo preventivo.

analisi dei rischi - situazione trovata
1. sul tetto si nota come la copertura sia costituita da lastre di fibrocemento non pedonabili con sopra un impianto fotovoltaico
analisi dei rischi - foto della copertura da sotto
2. analizzando la parte sottostante della copertura, si nota come gli scaffali siano subito sotto il controsoffitto costituendo di fatto un rischio ed una mancanza di sufficiente tirante d’aria libero

 

analisi dei rischi da tirante d'aria insufficiente
3. Anche all’esterno, la presenza di piani di copertura più bassi rendono pericolose le linee vita sul bordo del tetto in quanto vi è un insufficiente tirante d’aria
analisi dei rischi - linea vita già installata, errori
4. molti errori di installazione non verificati da nessuno, compresi i morsetti messi a casaccio (immagino che non il manuale del produttore non sia nemmeno stato aperto).

5. Nessun ETC, solo una planimetria con timbro senza l’indicazione dei DPI da utilizzare. (vedi articolo in proposito sul mettere timbri che poi non legge nessuno)

analisi dei rischi - difficile calcolo strutturale
6. Nessuna verifica strutturale, nemmeno degli ancoranti.

Vediamo cosa dice la UNI 11560 sull’analisi dei rischi e facciamo un confronto col caso in esame.

4.2 Analisi del rischio 

4.2.1 Rischi prevalenti

I lavori su coperture in cui si utilizzano sistemi di ancoraggio espongono il lavoratore al rischio derivante dalla mancata efficacia degli stessi. Esso può provocare morte o lesioni gravi e di carattere permanente.

I sistemi di ancoraggio non efficaci sono quelli che non assolvono la funzione per la quale sono stati progettati. In questa analisi è previsto che il sistema di ancoraggio mantenga le proprie caratteristiche per tutta la vita utile e, quindi, che non ceda.

Il sistema di ancoraggio può non assolvere la propria funzione per:

  • –  non adeguata configurazione del sistema;

MI SEMBRA EVIDENTE

  • –  cedimento e/o rottura dei componenti;

QUESTO E’ DIFFICILE CHE AVVENGA PERCHE’ I DISPOSITIVI SONO CERTIFICATI E SI SUPPONE SIANO ADEGUTAI ALL’USO

  • –  cedimento e/o rottura della struttura di supporto (materiale base);

LE TRAVI SONO PRECOMPRESSE MA NON SEMBRANO AMMALORATE. NON SAPPIAMO PERO’ SE SIANO IN GRADO DI RESISTRE AGLI SFORZI DI UNA LINEA VITA IN CASO DI CADUTA, NESSUNA VERIFICA E’ STATA FATTA

  • –  disassemblaggio dei componenti;

IL CAVO E’ MORSETTATO PROPRIO MALE, NON PUO’ DARE GARANZIE 

  • eccessiva deformazione dei componenti, oltre a quella prevista;
  • –  eccessiva deformazione della struttura di supporto (materiale base);

QUESTO, FORTUNATAMENTE, NON SI E’ VERIFICATO

  • – danneggiamento dovuto alla corrosione dei componenti e/o del materiale base;
  • – danneggiamento dovuto all’esposizione a calore e fiamma;
  • –  decadimento delle caratteristiche meccaniche nel tempo dei componenti e/o della struttura.

L’IMPIANTO HA POCHI ANNI, E’ SUL MARE MA, NONOSTANTE SIA IN MATERIALI ZINCATI, SI STA COMPORTANDO BENE…  a parte un po’ di ruggine sulla bulloneria

4.2.2 Rischi concorrenti

I rischi concorrenti, che creano condizioni favorevoli affinché si verifichino quelli prevalenti; sono:

  • a)  carente accertamento da parte del progettista delle caratteristiche della struttura che ospita il sistema di ancoraggio;
  • b)  carenza della struttura di supporto che ospita il sistema di ancoraggio, non evidenziata dall’installatore nella fase di montaggio;
  • c)  uso improprio dei sistemi di ancoraggio, derivante da:
    • –  mancato rispetto delle procedure di montaggio/smontaggio;
    • –  insufficiente formazione del personale;
    • […] ecc ecc ecc

4.2.3 Rischi susseguenti

I rischi susseguenti sono quelli che si verificano in seguito alla mancata efficacia dei sistemi di ancoraggio (rischio prevalente).

Essi possono causare, per esempio:

  • a)  la caduta dall’alto in modalità non previste;
  • b)  l’urto accidentale contro gli ostacoli in copertura;
  • c)  la sospensione inerte.

Il rischio di caduta dall’alto è sempre elevato […] ecc ecc

Qui il testo completo dell’art. 4.2 – Analisi dei Rischi della UNI 11560

ART 4.2 UNI 11560

In poche parole, quasi tutti i rischi elencati negli art. 4.2.2 e 4.2.3 sussistono e l’RSPP del magazzino ha una bella cesta di gatte da pelare.

Se vuoi sapere quali sono stati provvedimenti per mettere “nuovamente” in sicurezza la copertura, contattami e te lo racconto. Qui sarebbe troppo lungo da scrivere.

Nel prossimo articolo analizzeremo gli arti. 4.3 e 4.4, sulla riduzione dei rischi.

Stay tuned!