6.7 Copertura a volta

Un sistema di ancoraggio lineare dovrebbe essere posizionato, se possibile, presso il colmo con gli ancoraggi di estremità opportunamente arretrati rispetto alle testate. Esso deve essere completato, se richiesto dall’analisi del rischio, con sistemi di ancoraggio puntuali di deviazione presso gli angoli, il perimetro e/o lungo il percorso di risalita, che hanno funzione antipendolo.

A leggere l’articolo 6.7 della Norma UNI 11560, una copertura a volta si mette in sicurezza esattamente come se fosse una copertura a due falde…

In effetti, se guardiamo una planimetria di una copertura a volta, non è che ci sia molta differenza… e spesso non c’è nemmeno nella realtà. (vedi Fig. 1)

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Fig. 1 – una planimetria inviatami dal mio cliente: solo dalla descrizione e dalle foto allegate si capisce che è una copertura a volta

Ma a volte non è così. La copertura a volta comporta degli accorgimenti particolari soprattutto dettati:

  • Dalla pendenza che raggiungo in gronda;
  • Dal raggio di curvatura della volta.

Se la volta ha un raggio ampio e in gronda la pendenza è ancora accettabile, allora possiamo considerare la copertura a volta come se fosse a due falde: linea di colmo e antipendolo laterali.

Se la pendenza in gronda supera, però, il 50%, non sarà possibile utilizzare un ancoraggio flessibile in quanto, sopra tale pendenza, l’operatore non è in grado di rimanere in piedi e necessita di un ancoraggio che gli permetta di lavorare in sospensione. È pertanto è da preferire un sistema di ancoraggio lineare rigido Tipo D o un sistema di ancoraggi puntuali Tipo A (Fig. 2)

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Fig. 2 – prevedere le varie posizioni possibili in una copertura a volta.

La soluzione che più spesso si utilizza, è comunque un sistema misto: una linea flessibile Tipo C sul colmo, con antipendolo laterali, alla quale si abbina tutta una serie di ancoraggi puntuali, per tutta la lunghezza della copertura, posizionati subito prima che la pendenza diventi impraticabile ovvero superiore al 50%. Questi dovranno essere distanziati in maniera tale da consentire il passaggio da uno al successivo, in maniera agevole ma anche da scongiurare un eccessivo pendolamento in caso di caduta: normalmente non si distanziano per più di 2 m. (Fig. 3).

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Fig. 3 – in questo cantiere realizzato nel 2016, la volta era molto ampia (oltre 20 m di raggio) ma terminava anche con molta pendenza. Per lavorare in sicurezza in gronda, è stato scelto un sistema puntuale che permettesse di lavorare in sospensione, ad una distanza tale che fosse semplice spostarsi longitudinalmente senza dover risalire sul colmo per cambiare ancoraggio.

In merito al raggio di curvatura, se molto stretto, questo potrebbe impedire un corretto uso di un cordino in quanto questo potrebbe essere ostacolato, negli spostamenti longitudinali, dalla curvatura stessa.

Mi spiego meglio: se il raggio è stretto, il cordino struscia o potrebbe impigliarsi sul manto di copertura. In questo caso, meglio utilizzare sistemi lineari o puntuali in più “file” distribuite lungo la curvatura.

Poi appena mi commissioneranno l’impianto anticaduta sulla cupola del Brunelleschi, vi racconterò quale soluzione proporrò… per il momento ho realizzato la linea vita sul Battistero, subito lì, accanto alla cupola di Santa Maria del Fiore, il Duomo di Firenze.